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Un sogno chiamato Sahara!!

Si avete capito bene, otto debuttanti tutti insieme che per la prima volta appoggiano il tassello in terra d'Africa senza paracadute e rete di sicurezza si lanciano nel vuoto per affrontare una sfida non da tutti!!

Prendi otto amici (per lo più conoscenti, almeno alla partenza, con legami di amicizia più intensi tra alcuni di loro) un progetto ambizioso e tanta voglia di mettersi alla prova, agita il tutto insieme e riversalo nel Sahara occidentale del Marocco, otterrai così un viaggio avventuroso destinato a creare un legame di fratellanza e complicità unico! E' questa in estrema sintesi la storia che vi stiamo raccontando in queste righe, l'unione di un gruppo di appassionati eterogenei d'estrazione, ma accumunati dall'amore per l'enduro e la voglia di affrontare le dune per la prima volta!

 

(in alto Giovanni, Marco e Rodolfo in taxi a Marrakech)

 

 

 

All'arrivo a Marrakech prendiamo immediatamente contatto con le nostre cavalcature, 8 KTM 450 MY 2012 perfettamente originali con modifiche minime quali i serbatoi maggiorati ed un pignone da 2 denti in più rispetto allo standard. Approfitteremo della mezza giornata libera per una veloce visita in città.

Ma andiamo con ordine, i nostri protagonisti sono, Giovanni (un imprenditore romagnolo vero catalizzatore del curioso mix di partenti), Pietro ed Andrea, (i suoi giovani nipoti, uno medico e l'altro studente), Rodolfo (grafico pubblicitario), Pietro (guida KTM tour di Anghiari), Marco (amico d'infanzia di Giovanni), Nicola (imprenditore gaetano al suo primo giro di enduro vero) e il sottoscritto.

L'eccitazione è alle stelle, ma la possibilità di fare i turisti in una città affascinante come Marrakech è una ghiotta opportunità per andare a curiosare in giro e noi non ce la facciamo scappare. Tra le bancarelle di spezie, gli incantatori di serpenti, i venditori di dentiere "usate", gli ammaestratori di scimmie, troviamo anche mezzi inusuali che qui sono molto diffusi come questo motocarro davanti al quale posa Petro di Appenninitour (foto in basso)

Sfruttiamo il tempo concessoci anche per fare un brindisi beneaugurante dal terrazzo di un fantastico locale che affaccia direttamente su una delle piazze più belle della città e che darà il via definitivo ed ufficiale alla nostra spedizione...

...la voglia di saltare in sella cresce sempre più e l'eccitazione arriva ai massimi livelli!!

Rodolfo, dopo essere rimasto stravolto dalla scena di una scimmia che scappata dal suo padrone attacca e morde un marocchino che cercava di catturarla resta affascinato dalla fauna locale e si sorprende a vedere che i camaleonti cambiano colore virando verso il marrone quando lui si avvicina, ancora oggi non ne capiamo bene il motivo anche se qualche teoria ce la siamo formulata...

Anche lui, come tutti noi del resto, viene catturato dal fascino degli strani mezzi a motore che circolano per le stradine di questa bellissima città, quando vede questo motorino Yamaha in puro stile "vecchio di paese" viene colto anche dalla tentazione di proporre uno scambio col proprietario per affrontare la difficile settimana che ci attende, purtroppo per lui il baratto non andrà a buon fine...

 

La giornata scorre veloce e finalmente arriva la sera, rientriamo così in albergo dove ci attende per il briefing serale Klaus Kinigardner (foto a destra) che con il suo staff ci guiderà per il nostro tour alla scoperta dell'Atlas marocchino per poi raggiungere gli Erg di sabbia nel sud del Paese.

Il programma è ambizioso quanto estremo, 1700 km in 6 giorni con tappe di 380 km per il primo giorno - un giro ad anello di altri 200 Km per il secondo - oltre 300 Km il terzo - un giro ad anello nel deserto di una 150ina di Km il quarto tutto sulle dune - 420 Km il quinto ripercorrendo interamente una tappa dell'ultima Dakar africana e 250 Km per chiudere di nuovo a Marrakech l'ultimo giorno (un programma pazzesco soprattutto per Nicola che è al suo debutto in enduro e che allegramente sottuvaluta la durezza della guida in off-road)

 

Il giorno fatidico finalmente arriva e ci presentiamo alla partenza tutti in tinta con le tute Pivesso personalizzate, i caschi Ufo e gli stivali TCX uguali per tutti, siamo bellissimi ed abbiamo tutta l'aria di puntare a vincere la Dakar!!

Al primo passaggio tra le pietre Nicola assaggia la sua caduta d'esordio (foto a destra) e ci confiderà durante il viaggio di ritorno a casa che in quel momento le sue previsioni iniziali di riuscire a concludere il giro crollavano nella sua percezione dal 60% in cui confidava la sera prima al 3% di quel momento

Non perdiamo tanto tempo, i km sono tanti e ci buttiamo subito in sella per un primo trasferimento su asfalto che ci farà uscire dal centro abitato per raggiungere le montagne dell'Atlas...

Le difficoltà iniziali di Nicola, però, fanno emergere sin da subito lo spirito del gruppo, tutti si fermano, si preoccupano delle sue condizioni, lo aiutano e nessuno pensa al passo da tenere, siamo partiti insieme ed arriveremo insieme, questo si che lo spirito giusto dell'endurista DOC e l'amicizia, quella vera, comincia a subentrare alla simpatia che comunque regnava tra tutti sin da subito

Continuiamo quindi a salire di quota su sterrati veloci molto simili a quelli che si possono incontrare in terra sarda da noi in Italia

 

Nei passaggi più delicati ci si ferma, si segnala l'un l'altro il pericolo e si attende che siano passati tutti prima di rimettersi in movimento, perdere qualcuno su un tragitto così lungo può significare passare ore a ritornare indietro a cercare il disperso.

A mano a mano che i chilometri si susseguono il passo della nostra squadra si fa sempre più performante, complice l'emozione e rassicurati dall'esperienza e dall'attenzione della nostra guida austriaca cominciamo tutti ad aprire il gas in modo sgarbato e la gita si trasforma ben presto in una prova speciale tirata...

Sopra: Andrea in action

Andrea, nipote 19enne di Giovanni, si esalta e da un gas esagerato forte della potenza della giovinezza (foto a sx), tanta esuberanza nei giorni andrà gradualmente scemando provata dalla stanchezza. Giunti sul primo passo sopra i 2000 mt slm ci troviamo ad attraversare una enorme diga che segnerà il passaggio dal bello al brutto tempo

Purtoppo però la natura, come sempre, avrà la meglio sull'uomo e al rifornimento carburante saremo costretti a tirar fuori l'attrezzatura antipioggia...

Il progressivo annuvolamento e le prime gocce non impensieriscono nessuno, il ritmo ovviamente ne risente, ma la voglia è troppa per avvertire il disagio

Insieme a noi sono partiti anche due altri gruppi che più o meno percorreranno lo stesso tragitto, ognuno per suo conto e con la sua velocità. Massimamente i gruppi sono formati da tedeschi, austriaci e svizzeri, tra noi italiani e loro nascerà una sorta di competizione bonaria che ci vedrà impegnati a far valere il tricolore cercando di giungere ogni sera primi a fine tappa, o almeno a percorrere i passaggi più hard cercando di fregare gli antagonisti sul piano della grinta. Non per campanilismo, ma posso dire che ce li siamo mangiati e bevuti tutti!!!

Nella foto in basso Pietro, il nostro medico di fiducia che seguirà tutti gli acciacchi della posse, mentre rabbocca il serbatoio del suo Kappa con 5 litri di benza direttamente dalla tanica d'acqua dove è contenuto il prezioso liquido.

Scene da Atlante, su per la catena montuosa marocchina si possono affrontare difficoltà simili a quelle nostrane, mulattiere sassose, guadi, torrenti in secca con insidiosissimo fondo di sassi smossi e scivolosi e tanto altro ancora, quello che però più stupisce è la velocità con cui le condizioni del terreno cambiano e si alternano, caratteristica questa propria dei passaggi desertici.

Sul ciottolato Nicola incontrerà il suo limite vero e pagherà il dazio più alto alla mancanza d'esperienza, il sano timore derivatogli dalle prime cadute gli impedisce di affrontare la prova con scioltezza e non riuscirà a raggiungere la velocità di galleggiamento necessaria a stabilizzare la moto, le cadute per lui saranno molte e sfiancanti ...

 

Alla sera comunque riuscirà a chiudere la tappa, una delle più lunghe e dure, che ci vede giungere fino a Dades esausti, tutti restiamo molto colpiti ed impressionati dalla sua impresa che gli accredita una grinta ed una tenacia davvero fuori dal comune in puro spirito endurista!!

Non ci resta che nutrirci senza risparmio, la giornata è stata lunga e dura e ce ne aspettano ancora molte di simili...

Al mattino i meccanici sono all'opera per rimettere in sesto tutte le moto...

Partiamo quindi per un tour con giro a petalo in cui il ritorno è previsto nello stesso hotel di partenza, prudenzialmente Nik, che si è informato sulle difficoltà del percorso, decide di ricongiungersi al gruppo all'ora del pranzo per affrontare con noi la seconda parte della tappa che si prospetta più scorrevole

Giovanni è in pieno stato di grazia e guida la moto con un efficacia sbalorditiva per una persona che non ha molto tempo per allenarsi, in queste prime fasi riesce agevolmente a tener testa ai suoi giovani nipoti, ma alla fine del viaggio li surclasserà entrambi e decisamente!!!

Anche in questa seconda tappa molti passaggi sono abbastanza conformi a ciò che si può trovare dalle nostre parti, ma i colori ed i paesaggi non lasciano dubbi, il mal d'Africa sta già inoculando il suo incurabile virus nei corpi di tutta la squadra...

Montagne da salire e discendere su sterrate a tornanti e pietraie più o meno impegnative, guadi e passaggi veloci, anche oggi non manca nulla!

E non mancano neanche alcuni monotraccia insidiosi dove i più giovani Pietro ed Andrea hanno qualche problema in più e il supporto della nostra guida, l'altro Pietro, quello grande, si rivelerà fondamentale.

Arrivando in vetta al passo ci si presenterà uno spettacolo davvero insolito, la neve!!!

Arriva finalmente il terzo giorno e tutti siamo ansiosi perché ci porterà fino alle dune di Merzouga nell'estremo sud. La prima parte della giornata sarà ancora sull'Atlante e mano a mano cominceremo ad affrontare il deserto, prima roccioso per poi finire con la sabbia in una alternanza di paesaggi incredibile!!

Anche in questo caso Nicola deciderà di optare per la mezza giornata in sella cercando di recuperare le energie e comunque si farà sempre valere in maniera quasi incredibile, ne siamo tutti stupefatti!

Alcuni passaggi sul bitume permettono il recupero delle energie e ci offrono panorami incredibili percorrendo tornanti belli da guidare su strade che risalgono serpeggiando delle vallate scavate dall'acqua a formare gole e canyon impressionanti. Anche io che in Marocco ci sono stato tante volte non avevo mai visto spettacoli del genere e resto spesso ammirato da tutto ciò.

Intanto Giovanni (foto a sx) entra sempre più nella parte del pilota e comincia a giocare col suo Kappa tenendo sempre meglio e sempre più dietro i suoi nipotini...

Su una pista veloce mi ritrovo di colpo davanti ad una voragine trasverrsale alla percorso che non posso evitare per via della velocità a cui stavo viaggiando, saltarla? Impossibile! All'ultimo decido di infilarmici e intraverso la moto piombandoci dentro completamente, i miei amici dietro di me mi vedono sparire nel terreno, emerge solo il casco, fortunatamente nessun problema fisico o al mio Kappa e risalto subito fuori dal buco con un deciso colpo di gas.

Rodolfo non riesce a contenere la sua emozione e l'espressività della sua faccia dice tutto...

Sopra vediamo Giovanni sempre più in palla che spazzola a pendolo impostando una curva veloce, anche lui ha dimostrato doti impressionanti di guida, soprattutto a livello di efficacia e velocità.

Pietro, quello grande, rimane senza fiato ai primi assaggi di sabbia che via via si fanno più frequenti a mano che si scende a sud. E' alla sua prima esperienza africana, ma nel gruppo è sicuramente quello che guida meglio ed è senz'altro il più allenato della compagnia.

A 30 Km da Merzouga Nicola finisce la benzina, la guida che gli ha portato la moto fino alla sosta del pranzo per poi cedergli finalmente la sella si è scordato di fargli il pieno e noi smontiamo i serbatoi per dividerci il carburante restante.

(foto in alto, trova l'intruso )

Rodolfo non si rende minimamente conto di essere in Africa a centinaia di Km nel nulla e nonostante tre moto su otto siano in difficoltà col carburante (quella di Nicola e le due che hanno ceduto parte del propellente per rimpinguare la sua) continua a fare l'asino su e giù dalle dune sprecando beza a gogò. Il nostro non si sente minimamente in colpa, ma a pranzo ha esordito con un "good luck" mortale ad un tedesco, Jourgen, che dopo due curve dalla ripartenza si è cappottato in una voragine senza però fracassarsi troppo...

E finalmente arriviamo a Merzouga in un albergo proprio di fronte alle dune, una giornata estenuante più della prima che ci chiede dazio, le energie scarseggiano e la fame diventa vorace, per cui cena abbondante e voglia di riposare!!

Foto a destra la tipica Tajine di verdure e carne, un piatto tipico marocchino cotto in una casseruola di terracotta con un coperchio particolare anch'esso dello stesso materiale

 

Non è del nostro stesso parere Klaus che visibilmente euforico dopo qualche grappa di troppo alza una cassa acustica sopra alla testa sparando a tutto volume canzoni italiane degli anni '70 di cui conosce i testi a memoria e li canta anche!!

Dopo una serata di bagordi in cui Klaus è stato visto dirigersi a notte fonda a piedi barcollando verso il deserto insieme alla sua ragazza, (era in verità tanto malconcio che noi non avremmo mai pensato di rivederlo vivo all'indomani, una scena simile a quella che si potrebbe vedere guardando un eschimese vecchio che va a morire da solo sul pack) ci risvegliamo euforici al pensiero di affrontare le alte dune del erg Chebbi e Klaus è non solo vivo, ma addirittura in piena forma, anche se non si è tolto la sua tuta sin dal giorno prima e la valigia ce l'ha ancora alla reception.

Alla ripartenza il mare ocra delle dune proprio davanti all'albergo e ai nostri occhi gonfia di entusiasmo gli animi e tanta euforia porta a guidare quel tanto oltre il limite che a turno ognuno di noi si lancia in qualche tuffo acrobatico privo di conseguenze fisiche. Nicola, che non avendo sufficiente esperienza patisce più degli altri le insidie del fondo cedevole della sabbia decide di non tentare la fortuna più di tanto e dopo poche dune ripiega verso l'albergo dove ci attenderà fino all'ora di pranzo...

...il resto del gruppo procederà spedito attra versando completamente l'Erg fino a Yasmina dove è prevista una sosta per il caffé che vedrà tutti afflitti da crampi agli zigomi per l'ampiezza dei sorrisi soddisfatti stampati in faccia, una sabbia splendida con condizioni meteo ottimali ha fatto godere a tutti un deserto fatastico...

Ma prima di raggiungere l'ambita sosta ci troviamo di fronte ad un muro di sabbia quasi verticale, un dunone alto 110-120 metri che sale ripido fino al cielo, in questo punto ritroviamo fermi anche gli austriaci che ronzano in circolo come mosche sull'immondizia incerti sul da farsi, anche il nostro gruppo si ferma e ci si guarda in faccia interrogativi sull'opportunità o meno di tentare la scalata...

...è qui che mi si chiude la vena e senza nemmeno riflettere abbandono la vetta della dunetta su cui siamo per lanciarmi all'attacco della irta, tiro la terza e poi la quarta ed inizio la salita, a metà duna il motore comincia a cedere e scalo facendolo risalire di giri, dai e dai arrivo in vetta!!!

Come la ruota davanti scavalla la cresta salto quasi incredulo dalla sella e mi giro verso i miei compagni di ventura schierati in fondo sollevando le mani in segno di trionfo, dal basso sale un ovazione e spinti dall'entusiamo e rincuorati dall'avermi visto salire a poco a poco anche gli altri provano e vengono su uno ad uno lasciando i crucchi a valle, l'Italia prevale!!

Pietro di Appenninitour vuole strafare e perrcorre le ultime decine di metri della duna con una mano sola, Rodolfo lo accoglie esultando (foto in alto), ma il primo resto sempre e comunque io!!!

 

Arriviamo quindi alla tanto sospirata pausa caffé visibilmente soddisfatti ed appagati, mai trovata una sabbia così bella e una giornata tanto perfetta, il gruppo poi si è affiatato completamente e il giro si trasforma in una magica uscita tra amici, siamo tutti al settimo cielo!!

Al rientro in albergo la gioia traborda e decidiamo di immortalare il momento con alcune foto di gruppo, alcune più rituali, altre più particolari come gli scatti fatti all'interno dell'albergo tutti sulle moto (foto a sx)

Anch'io che sono venuto in questa parte di Sahara tante volte devo riconoscere di non essermi mai divertito tanto e la qualità del gruppo è sicuramente la chiave di volta di tanto benessere, una compagine eterogenea, ma che si è amalgamata con una alchimia quasi magica e che ha valorizzato ogni istante della splendida avventura.

 

Foto in basso: i protagonisti dell'avventura, da sx a dx: Pietro il medico e Pietro la guida, il sottoscritto Posaja, Marco, Giovanni, Rodolfo ed Andrea, purtroppo manca Nicola, autore dello scatto che si è rivelato la vera sorpresa del viaggio con i suoi portentosi exploit alla guida...

Alla sera ci attende un altra sorpresa, la guida del gruppo austriaco inscena uno spettacolo pirotecnico piazzando dei fuochi d'artificio su uno dei Kappa e mettendo in scena una performance da mangiafuoco davanti alle dune, al suono dei tamburi berberi, una situazione davverro suggestiva.

Al mattino si riparte per affrontare la tappa più lunga, 420 Km sul tracciato di una tappa dell'ultima Dakar corsa in Africa, un paio di dune tanto per gradire e via sulle piste verso nord ovest in direzione dell'Oceano

 

Non mancano passaggi fantastici come questo della foto in alto sul greto roccioso di un fiume in cui l'azione dell'acqua ha levigato talmente la pietra da renderla estremamente viscida benché fosse totalmente asciutta...

Ci si para innanzi un altro dunone ed un altra emozione, anche stavolta mi faccio prendere dall'entusiasmo ed attacco per primo il muro di sabbia.

Incredibilmente alla lunga i più giovani, Pietro ed Andrea (quest'ultimo ritratto nello scatto a sx) sono quelli che accusano maggiormente il calo di performance, noi vecchietti teniamo meglio botta.

Non potevamo farci mancare nemmeno la sparata full gas attraverso il Chott, un lago salato asciutto che offre una superficie spietatamente piatta dove si può piegare il manubrio a forza di girare la manetta dell'acceleratore.

Nicola continua a stare al passo e, nonostante qualche caduta in più rispetto agli altri, quando è in sella non sembra davvero un neofita quale si protesta, cominciamo a sospettare che ci abbia preso in giro...

Andrea (foto in alto) è il più giovane del gruppo, 19 anni, anche lui alle prime armi, ma se la cava alla grandissima anche se alla fine era davverro a pezzi.

Giovanni (foto in basso) in estasi durante l'attraversamento di un villaggio, in quattro giorni le sue prestazioni sono andate via via crescendo...

Arriviamo all'albergo della fine del penultimo giorno praticamente al tramonto, esausti, ma felici, il programma dell'ultima giornata è più leggero e per fortuna! Ci rilassiamo con una birra e di corsa a letto.

L'ultima tappa è scorrevole e più turistica, un pò di asfalto e tante piste ci riporteranno abbastanza velocemente verso Marrakech

L'attraversamento di alcuni paesini ci darà modo di avere un ultimo sussulto turistico lasciandoci estasiati di fronte allo spettacolo delle donne al fiume che lavano i panni come in Italia succedeva 70 anni fa!

 

Foto in basso passaggio tra i vicoli di un paesino pieno di botteghe e artigiani.

Foto a dx: Al rientro cogliamo l'occasione per festeggiare il compleanno di Nicola, Rookie of the year, che per l'occasione ci invita a cena in uno dei più esclusivi ristoranti di Marrakech

Qui ceneremo alla grande tra danzatrici del ventre e equilibriste che portano enormi vassoi di candele sulla testa passando tra i tavoli ballando. La sensazione di aver realizzato un impresa non da tutti è condivisa negli occhi soddisfatti ed a tratti increduli di tutti noi.

Neanche abbiamo fatto in tempo a finire che già nascono progetti nuovi che ci rivedano protagonisti gomito a gomito, un avventura fantastica i cui aspetti più tecnici saranno anche oggetto di un articolo sul numero di maggio di

Un ringraziamento finale è doveroso per tutte le aziende che hanno contribuito a rendere perfetta questa avventura cominciando dal più importante sponsor.

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