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Fuori programma tunisino...
La vita riserva sempre delle sorprese ed è così che, dopo aver sempre sognato di smotazzare in Africa, mi ritrovo, nel giro di poco più di un anno ad affrontare le piste insidiose del "continente nero" per la terza volta.

L'occasione si presenta per un test drive tunisino del Teneré 660 MY 2009 e, sorpresa nella sorpresa, mi ritrovo come compagno d'avventura il mitico Angelogas, già mio compare di sbronze in occasione del Matrimoto della Lince.

Da Fiumicino, infatti, partiremo insieme con il grandissimo Marco Masetti - reporter del motomondiale per Moto Sprint - tutti coinvolti nella stessa avventura alla scoperta delle doti fuoristradistiche del mono di casa Yamaha. (foto in basso: io, Angelogas e Marco Masetti all'aereoporto di Tunisi)

A Tunisi ci riuniremo con un gruppo di colleghi provenienti da Milano per un volo interno verso Tozeur a bordo di un airbus ad elica, vibrazioni e rumore tali da farci sentire a bordo di un frullatore!! (foto in alto Posaja perplesso alla vista delle pale)

Il trasferimento in albergo avviene su un altro mezzo, sempre meno all'avanguardia, ricorderò sempre il viaggio d'andata come una parabola discendente, una sorta di percorso a ritroso nel tempo che culminerà col carretto trainato dai cavalli...

Ma in hotel la musica comincia già a cambiare e la curva spaziotemporale si raddrizza nel giusto verso, ad accoglierci una schiera di fiammanti Teneré in parata ed un poderoso unimog d'assistenza sullo sfondo (foto in basso: l'unimog)

Questa motoretta, sin dalla sua presentazione, mi ha sempre molto affascinato per l'aspetto che promette grinta e versatilità e l'idea di testarla in un contesto così duro e suggestivo mi mette sin da subito d'ottimo umore.

L'organizzatore dell'evento è poi una vera garanzia, Tony, meglio noto con il nick di Tom42, veterano di Dakar con un remoto passato nel motomondiale velocità.

A farci da guida ci sarà poi Enrica Perego, per tre volte detentrice del titolo italiano enduro femminile (con me nella foto a sinistra). Di lei ho un'amicizia in comune con Mario Ciaccia e il ricordo del corso della KTM Aventure school dove, per puro caso, mi ritrovai a guidare il suo Kappa 250 con le grafiche fatte da tante margheritine adesive. Finalmente ho l'occasione di conoscerla dal vivo e si rivelerà una simpaticissima compagna di viaggio, nonché manetta da "giù il cappello!"

Albergo decisamente di livello dove, dopo una fugace uscitina serale con Matteo, dello staff Yamaha (foto in basso), e Umberto, collega di Motociclismo, riposeremo comodamente in vista dell'inizio tour della mattina seguente.

Il giro previsto è molto classico ed attraversa per la larghezza la porzione sud della Tunisia portandoci da Tozeur fino a Djerba passando per Douz, Ksar e Matmata.

Al mattino il primo imprevisto, una delle chiavi di accensione delle nostre moto è sparita e, dopo inutili tentativi per riuscire a rendere il mezzo comunque utilizzabile, partiamo con un ritardo sulla tabella di viaggio di circa un ora e mezza.

Foto in alto: la Perego intenta nelle ultime fasi preparatorie prima dell'accensione dei motori alla volta del villaggio costruito nel mezzo del deserto dove hanno effettuato le riprese del film Guerre Stellari.

Minimi gli interventi necessari sui nostri Teneré per renderli pronti all'avventura, tra cui lo smontaggio dei pad in gomma dalle pedane pilota e l'avanzamento per rotazione del manubrio.

Foto in alto: la partenza.

Già sulle prime piste battute si apprezza da subito la stabilità della moto sul veloce, ma il tempo atmosferico non ci lascia molto rilassati e gradualmente volge sempre più deciso verso il brutto.

Foto a sinistra: con l'occasione mi sono portato una videocamenra Go Pro, un piccolissimo gingillino, completamente impermeabile, che voglio testare nelle dure condizioni desertiche dove gli strumenti elettronici notoriamente patiscono la sabbia.

E finalmente ecco la sabbia circondarci e tutto intorno farsi sempre più alte e più fitte le dune... La libidine sta per prendere il sopravvento e scocca inesorabile l'ora dell'asino. Tutti ci tuffiamo nel mare ocra a dargliene di santissima ragione come dei bambini invasati durante l'happy hour in pasticceria!

L'equilibrio della moto è sorprendente, sebbene il valore ponderale sia nell'ordine dei 200 Kg le masse sono talmente ben bilanciate che non si avverte l'importanza del suo peso.

Foto in basso: everybody go surfing!

Il parco moto messo a disposizione da Yamaha è costituito da modelli di serie e modelli accessoriati, io mi sono da subito innamorato della versione bianca con paramotore, paramani e terminali Akra, me ne sono impossessato e l'ho mollata solo per poco ed a malincuore, davvero bella!

Mezz'oretta da turisti ce la concediamo volentieri e qualche scatto nel villaggio/set di Star Wars è il minimo che ci si possa concedere da queste parti...

Ma il meteo peggiora di brutto ed affronteremo in tutta fretta un lungo trasferimento sino a Douz sotto un'incredibile tempesta di sabbia.

A Douz arriveremo tutti abbastanza esausti ed un tuffo nelle calde acque del centro benessere ce lo faremo volentieri, soprattutto per scrollarsi di dosso la tensione accumulata nel difficile viaggio.

Un fortissimo vento laterale ci porterà ad attraversare il Chott via asfalto anzichè lungo la prevista pista sul lago salato e, malgrado ciò le difficoltà non mancheranno. Visibilità ridotta a non più di 25 metri e sabbia che penetra ovunque picchiando sulla pelle del viso dando fastidio e dolore, per andare dritti occorrerà inclinare la moto a 30° contrastando la forza del vento.

Il giorno seguente il vento cala di molto, ma la coda della tempesta continuerà a tormentarci fino a sera, almeno oggi si riesce a far qualche foto che possa rendere parzialmente l'idea di ciò che abbiamo affrontato (foto in alto a sinistra).

Solo nel pomeriggio le condizioni meteo torneranno ottimali e la visibilità si riattesterà su valori accettabili (foto a sinistra).

E così anche questa esperienza, di cui avrei fatto forse anche a meno, ha arricchito il mio concetto di deserto che pare sempre uguale a se stesso ed invece cambia in continuazione. Dove il giorno prima si passava agevolmente il giorno dopo si affonda, dove c'era una pista, una tempesta può portare delle dune e il tutto nell'arco di 24 ore o anche meno...

Foto in alto: Le Teneré in ordine sparso davanti al café

Ed ecco luoghi ormai familiari, a me come ad ogni viaggiatore che percorre queste rotte, il "Café la port du desert", una capanna all'incrocio di due piste dove chi passa attacca adesivi o lascia magliette o cappellini, un luogo molto folcloristico!

Ma lo strascico della tormenta lascia segni evidenti, bisogna ancora proteggersi gli occhi dalle particelle in sospensione che oramai ci affliggono le pupille arrossate ed irritate ed i cupolini in plexiglass delle nostre cavalcature sono irrimediabilmente opacizzati dalla sabbiatura del giorno prima (foto in alto).

Sulla via che ci porta ad uscire dall'oasi di Ksar alla volta della pista che conduce a Matmata incrociamo altri due italiani che, in sella a due Kappa, solcano come noi il deserto. Sono due simpaticoni e ci intratteniamo per scambiare quattro chiacchiere e curiosare sulla preparazione dei loro mezzi.

Si tratta di un 690 con serbatoi anteriori e cupolino del modello rally e di un 990, entrambe molto ben elaborate e allestite per affrontare le dune, è sempre bello confrontarsi con altri appassionati dello stesso sport...

Il ragazzo col 690 è poi un vero gigante e dall'alto del mio metro e ottantaquattro mi riesce a far sentire un nanetto , una foto assieme è per me irrinunciabile (foto a sinistra).

Ma bando alle ciance, occorre rimettersi in marcia verso Matmata, prima di sera dovremo essere già sull'isola di Djerba da dove ripartiremo alla volta dell'Italia il giorno seguente.

Indulgiamo così ancora un pò sulle ultime dune che lasciareanno il posto alle piste veloci subito fuori da Bir Soltaine.

E proprio nel café di Bir Soltaine ritrovo la mia firma lasciata su una colonna l'ultima volta che sono passato di qui un paio di mesi or sono (foto in basso).

Sosta in pieno deserto e primi segni di stanchezza di uomini e mezzi.

Oltre ad una foratura, cosa che può capitare, specie su moto non specifiche da off e pertanto sprovviste dei necessari fermacopertoni, ben due Teneré hanno danneggiato il portatarga che non ha resistito alle tante sollecitazioni dovute alle alte velocità sullo sconnesso...

Foto in alto: la sostituzione della ruota anteriore forata, uno dei grossi vantaggi di essere seguiti da un attrezzato mezzo di assistenza come il nostro unimog.

Foto in basso: la Perego è proprio fissata con le margherite, oltre che sul suo vecchio Kappa ne mette una anche nell'occhiello di passaggio del tubo camelback della sua giacca...

Foto a sinistra: uno dei portatarga che hanno ceduto era proprio quello della mia "tenerona" così posso farmi una foto con "targa ricordo"

Foto in alto: spuntino con salame di Felino e Parmigiano Reggiano, praticamente mi sento a casa!

Da Matmata si riscende sui tornanti asfaltati che serpeggiano fino a valle per poi raggiungere l'imbarco verso Djerba, anche su asfalto le moto di casa Yamaha offrono un livello di comfort, ma soprattutto di divertimento, eccezionali...

Giunti in albergo Umberto, di Motociclismo, si fa portare in stanza come una valigia, in effetti siamo tutti abbastanza stanchi (foto a destra).

Nulla di meglio che sciogliere lo stress nella mega vasca idromassaggio dell'hotel, da domani si torna tutti a casa e certi lussi resteranno un ricordo, per cui è bene approfittarne no?

E dopo cena un bel debriefing di fine tour con brindisi a base di champagne, amari, grappe e mirto... crepi l'avarizia!!

Foto in basso: Enrica e Tony versano lo champagne per il brindisi finale

Narghilè di chiusura e tutti a nanna!

Ed anche questa bella avventura giunge inesorabilmente al termine. Come ogni bella esperienza lascia dietro di sé il sapore dei bei ricordi, dei momenti vissuti assieme e l'arricchimento di nuove amicizie, storie di vita vissuta che contribuiscono a renderci migliori.

Tante persone e tanti volti che sono diventati familiari e nuovi aspetti legati a posti che solo all'apparenza ci sembrava di conoscere già, ma che hanno trovato un loro modo di apparirci nuovi, diversi e sempre stimolanti.

Come ogni volta che si lascia l'Africa un filo di malinconia sale assieme a noi sulle scalette dell'aereo che ci riporta verso casa e dentro ognuno cresce la consapevolezza che si continuerà a vivere nell'attesa di ricalcare la stessa sabbia, di solcare le stesse piste in cerca di nuove avventure ...ischallah!!

Appuntamento al prossimo viaggio sempre e comunque su Enduristi Anonimi

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