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DAL SALARIO CON "FURORE" (testo e foto Edo Metareal)

Nei giorni in cui i comuni mortali lavoratori sono impegnati con i loro così detti lavori...Noi! Supereroi dell’enduro infrasettimanale scorraziamo beati fra le terre sabine!

Inpauriti dall’acquazzone della notte precedente e dalle nuvolone della prima mattina, ritardiamo l’appuntamento fissato il giorno prima, temendo di dover rinunciare all'uscita. Ma dopo varie telefonate con i classici “C’annamo?”, “Ma nd’annamo...”, “Ma chi c’o’o fa fà...”, “ma lassamo perde”, un raggio di sole viene battere sul mio balcone, dove ormai stavo riversando litri di lacrime da endurista tradito dal tempo, quasi a beffa! Sfida raccolta!

Chiamo il mio caro compagno d’avventure: er Vertebbbbra e si parte. Appuntamento sotto al ponte dell’Olimpica in dolce compagnia...(alla vista di una “dolce” rumena Enrico si esibisce in un monoruota spaventoso in mezzo al traffico, che poi giustificherà con un: “Me se arzato da solo”!)

 

Si parte subito, da dopo il bar del grillo, e ci addentriamo tra i classici sterrati del salario.

 

Arrivati alla prima piazzetta si effettua una sosta di preparazione (caro maledetto GPS!!)

 

 

Già da subito Enrico non smentisce la sua fama da anabolizzato, e trinka i suoi bibitoni felice come un poppante davanti al seno (della rumena...)

Al primo guado attiriamo pubblico: questo contadino incredulo esclama: “vojo da vede come ce passate”

Si passa...

Ci avviciniamo sempre di più alle zone appeniniche e i percorsi, ed i paesaggi diventano sempre più suggestivi...

Tra una mulattiera infuocata e l’altra Enrico arriva lungo da un salto di 75m atterrando in pieno (in piedi) su questa alfa (la moto poi, ovviamente, prosegue per qualche metro per poi accavallettarsi da sola...è un K, che pretendete!)

 

 Qui invece potete ammirare la nostra safety car che ci seguirà per il resto del giro...

Giunti ad un bivio ci si pone d’avanti questa salita come una delle strade alternative... la imbocchiamo...

Proseguendo la strada si fa sempre meno carrabile, fino a stringersi in una mulattiera con fondo pietroso che sbuca su dei gradini...

(qui ritratti a scendere) 

i gradini portano a quello che sembra essere una chiesetta diroccata...la strada sembra finita...

    

 

 

 

Guardiamo a destra e..

ci si presenta d’avanti l’imbocco di una mulattiera molto interessante...

 

  All'inizio abbastanza scorrevole...

 

...si tuffa nel bosco...

...poi diventa molto pietrosa

Finche non giunge ad una rampa rocciosa sul filo della praticabilità, davanti alla quale il nostro buon senso ci fa fare marcia indietro. Con una presenza leggermente più abbondante si sarebbe potuta tentare la risalita con spinta...alla prossima!

 

 

Si prosegue per sterratoni fino a riscendere dal monte sul quale ci eravamo arrampicati.

 

Enrico prova a socializzare con una bella contadinella che sta caricando il bagagliaio della sua spider...

Si prosegue in mezzo alle campagne tinte dai colori autunnali e sovrastate da nuvole minacciose.

 

Dopo un’altra risalita impegnativa, si arriva ad un fontanile dove si sosta per rimettere acqua al K (in ebollizione) e cercare di tranquillizzare la madre di Enrico che continuava a chiamare il figlio citando trombe d’aria nei dintorni di Roma...ah...le mamme del sud!

 

 

Il tempo a questo punto si fa sempre più minaccioso

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma il vero endurista è sempre pronto...con l’attrezzatura giusta!

 

Si riparte, e dopo qualche chilometro di sterrati ci imbattiamo in un bivio che da una parte presenta una mulattiera buia ed impestata, ma che sembra andare nella direzione giusta.

Ci proviamo.

Ma non c’è uscita! La risalita si presenta ancora più cattiva ed aspra, complici anche le foglie che coprivano il fondo apparentemente regolare ma  in realtà composto unicamente da massi ormai smossi dalla nostra discesa!

Tornati indietro e presa la svolta alternativa del bivio, ci ritroviamo di fronte a Poggio Moiano. Tra noi e lui una discesa, non battuta. Enrico prosegue, addentrandosi in uno scolo scavato dall’acqua nella pietra, che in una prima parte è facilmente praticabile (a parte qualche torantino molto stretto) ma che poi si trasforma in una serie di cascatelle su rocce viscidissime.

Ovviamente ce ne accorgiamo solo quando è troppo tardi e già siamo scesi diversi metri. A quel punto mi sorge la domanda “Quanto può costare un elicottero che mi viene a riprendere la moto in fondo a questa vallata?” da qui si scende ma non si risale!

Proseguiamo senza guardarci indietro sperando che questo torrentello sbuchi da qualche parte...

 

Miracolosamente sbuchiamo sotto ad un ponticello di pietra, subito sotto Poggio Moiano. Accanto a noi uno sterrato che, passando in mezzo alle montagne dovrebbe portare fino al Turano. (per la prossima uscita...)

 

 

A quel punto Enrico entusiasta di essere tornato nel mondo civilizzato (o quasi) ne spara una delle sue: “Lo sapevo che sbucava, se c’è l’acqua che scorre da qualche parte sbuca...”

 

Presi dalla pazza gioia per essere sbucati sani e salvi da quel discesone di rafting, scambiamo le scale del paese per una mulattiera da aggredire!

Proseguiamo ancora un po’, ma giunto il buio decidiamo di fermarci ad un bar

Qui continua l’epopea di Enrico, la madre e il telefono...

 

Così contento dall’esito della giornata er Vertebra impazzisce e con un gesto da vero endurista lascia la red bull e per la prima volta prova le gioie della...

Si, lo sappiamo cosa dirai, caro Fabio, quando ti racconteremo questo giro: “Bastardi!! La gente normale lavora!”

“Supereroi dell’enduro infrasettimanale”

 - Metareal.

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