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Merzouga rally first edition!

Torniamo a parlare d'Africa con il Merzouga Rally 2010, un raid desertico alla sua prima edizione.

Il Merzouga si corre in Marocco ed è sapientemente organizzato da n vero esperto di Africa e sicurezza, Edo Mossi della Desert Emotion, e noi abbiamo avuto il privilegio di prendere parte alla sua edizione di debutto.

Con me al via Luca Bacchi (foto in alto) amico e fotografo di Endurista che ha condiviso gioie e disavventure di questa bellissima esperienza.

La moto che ci è stata messa a disposizione per l'appuntamento agonistico è una Beta RR 450 a cui sono stati istallati Roadbook, GPS, Iritrak e ICO, strumenti indispensabili per la navigazione e la localizzazione del pilota nel deserto

La piccola betina si è comportata egregiamente mostrandosi affidabile e divertente, purtroppo non altrettanto si è potuto dire della batteria di primo equipaggiamento che era fallata o stata messa su senza procedere correttamente alla prima carica e ha dato qualche problema al terzo giorno impedendomi di prendere il via.

A supporto c'era stato messo a disposizione lo staff del Dirt Racing Team che proprio qui a Merzouga è diventato "Ciccio Dirt Racing", ma questa è una lunga storia...

I ragazzi, capitanati da "Ciccio Capo", si chimano tutti Ciccio qualcosa, e così c'è "Ciccio barman", "Ciccio Meccanichino", "Ciccio Pelliccia", "Ciccio Pennello", "Ciccio Pozzillo" e così via...

Oltre a Edo, nello staff organizzativo della gara c'è anche un altro esperto d'Africa e di competizioni, Giacomo Ferri (foto in basso durante il corso obbligatorio di navigazione a RB), che in Marocco ha già contribuito alla riuscita del Tuareg Rally e che qui vive e lavora gestendo l'albergo specializzato in soggiorni e tour per motociclisti Le Chevalier Solitaire

Da rimarcare anche la presenza di tanti piloti di spicco del panorama rallistico mondiale, oltre a veri personaggi del mondo del tassello d'ogni calibro ed estrazione...

Lo sfortunato Jordi Viladoms (foto a destra) che dovrà abbandonare la gara per un problema tecnico al suo prototipo Yamaha con motore della 450 cross ibridato con cambio enduro e diversi particolari speciali.

C'era ad esempio Paolo Ceci (foto a sinistra), uno dei più promettenti giovani italiani nelle competizioni di questo tipo, tant'è che il Merzouga lo chiuderà al secondo posto.

Arturo Casanova (foto a destra) che arriverà quinto alla guida di un prototipo realizzato dal grande Fernando Prades con motore KTM (Fernando ha messo in sella anche Ceci su un altra sua creazione spinta da un motore Beta 450).

L'italiano Mauro Sant (foto a sinistra), veterano di queste competizioni, ma principalmente pazzo fuso che in sella alla sua special su base TM chiuderà terzo

Ed ancora a sinistra il mitico toscano Glauco Ciarpaglini, vicecampione italiano enduro che per la prima volta debutta in una gara africana e che chiuderà ottavo arrivando secondo all'ultima tappa. Sopra Helder Rodrigues che saluta gli EA con il gesto del giaguaro e che chiuderà vincitore della prima edizione del Rally

Rodrigues conquisterà il primo gradino del podio in sella alla sua Yamaha Redbull sviluppata sulla base del WR 450 (foto in basso)

Foto a destra una porzione di roadbook di tappa, il Merzouga ha in primis la sicurezza dei partecipanti ed è un ottima occasione per chi non lo ha mai fatto per misurarsi con la navigazione.

Ma il motivo principale per essere qui è il deserto, il luogo che Dio creò per dare all'uomo modo di ritrovare sé stesso...

La gara si articola in 5 tappe con prologo in notturna (foto a sinistra) e un giro al giorno da ripetere più volte per un totale di 820 Km circa

Sopra Fabrizio Scorza cameramen per Moto TV

La sicurezza in gara è stato il punto maggiormente curato dall'organizzazione che ha messo a sentinella dei piloti, quattro medici motociclisti lungo il percorso, cinque jeep medicalizzate ed un elicottero di soccorso. Inoltre le tappe erano fatte da giri ad anello da ripetere più volte impedendo ai ragazzi di allontanarsi troppo dal campo base e dai punti di pronto intervento.

Ogni pilota era poi dotato di iritrak, una specie di GPS al contrario che invece di dirti dove devi andare comunica alla Direzione gara dove sei in ogni momento, addirittura fa vedere se la moto è dritta o sdraiata.

Dalla terza tappa io, dopo aver preso la forfettaria per non essere riuscito a prendere il via nel giorno 2, ho continuato la gara fuori classifica accodandomi ai ragazzi del Raid nella tribù dei "Cicci"

Inutile dirvi cha andare in gruppo è molto più divertente e ne succedono d'ogni colore, specie con questi simpaticoni, quasi tutti toscani.

Anche gli imprevisti non mancano, ad esempio "Ciccio Pozzillo" ha perso tutto l'olio perché non era stato riavvitato bene il tappo di svuotamento dopo il tagliando al campo assistenza.

Dopo averlo segnalato all'organizzazione comunicando punto GPS e lasciandogli acqua e cibo, l'abbiamo abbandonato nel deserto temendo di ritrovarlo come nella foto in basso. In realtà dopo 20 minuti lo avevano già recuperato.

Tra il giorno 4 e 5 una tappa Marathon con pernotto in una fantastica oasi ai piedi di una enorme duna ci offre una serata diversa dal solito e simpatica.

L'oasi è ai piedi di una gigantesca duna dove si può addirittura sciare e fare sandboarding (foto in alto sulla destra)

Dopo aver parcheggiato le moto nel parco chiuso scopriamo le meraviglie di questo campo tendato su sabbia nel pieno del deserto di dune.

Al suo interno un pavimento di tappeti è circondato da basse tende berbere che fanno da contorno e delimitano il perimetro.

Qui c'è chi approfitta e tira fuori salami e formaggio per un breakfast all'italiana.

Paolo Silvestri, foto a destra, è titolare della ditta "pesto per amore" e in quest'occasione preparerà un ottimo piatto di trofie al pesto per tutti gli oltre 100 membri della carovana del rally, fornendo anche stuzzichini di prima qualità come paté d'olive e salsa alle noci, dopo 4 giorni di tajine è un vero miraggio!

Foto in alto Paolo che modifica il suo RB ed al posto di "segui pista principale" scrive "segui Biscia", il Biscia è un simpatico rallista che ha trainato il nostro Paolo fuori dalle dune in un paio di tappe.

Il video realizzato da Fabrizio Scorza

E dopo tante manate di gas sulle dune (la prima edizione del Merzouga è stata caratterizzata da tanta, tantissima sabbia) si chiude l'appuntamento con plauso di consensi da tutti. L'organizzazione è stata davvero esente da pecche e, malgrado qualche incidente, l'obiettivo della sicurezza è stato centrato senza che nessuno abbia riportato gravi lesioni.

Partiti in 30 piloti, all'arrivo chiudono in classifica 18 prodi, tutti eroi di una avventura unica in un contesto davvero fiabesco

Ed ecco il podio con Rodrigues, Ceci e Sant tra i commissari internazionali svizzeri e sovrastati dal motore della gara, Edo Mossi che da dietro ostenta una meritatissima soddisfazione per come si è svolto il suo debutto da organizzatore.

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